domenica 6 ottobre 2013

Domande in cerca d'autore, VI puntata: nel salotto di Giuseppe Scapola



Oggi Giuseppe Scapola ospita la VI puntata delle Domande in cerca d'Autore, il tour virtuale con il quale noi self-pub tentiamo incontri ravvicinati con i lettori.

Dopo Giovanni Venturi, ecco la domanda che Giuseppe ci ha posto:


"Questo libro l'hai scritto per poter far si che vendesse o hai sempre preferito le tue idee e il tuo modo di scrivere piuttosto quello che potrebbe piacere al lettore mainstream?"

Ed ecco le nostre risposte. Oggi la piazza d'onore è mia:


"Per quanto riguarda i tre gialli, sicuramente per entrambi i motivi. È stato, ed è, un argomento dibattuto anche nei gruppi di autori indie. C’è la tendenza a sentirsi particolari solo per il fatto di aver concepito una storia e averla tradotta su carta.
Io sono partito perché avevo qualcosa da dire probabilmente da tutta la vita, e alla fine ho trovato il modo più efficace. Sono contento di ribadire le mie idee senza nessuna costrizione e mi rivolgo a quelli che possono apprezzarmi. In seconda battuta credo che l’unica maniera di diffondere un libro sia quello di venderlo, quindi serve tutto il resto, marketing, pubblicità, strategie etc. Scriverse per il puro piacere di farlo credo sia illusorio: non ci sarebbe bisogno di pubblicare. Allo stesso tempo, per quanto ritenga il mio messaggio peculiare solo a me stesso, non credo possa essere etichettato anticipatamente: non è alta letteratura, come si dice, e i lettori, il vero banco di prova, lo giudicheranno infallibilmente, questo sì. Il discorso varia un po’ per il libro sulla Juventus: è una graphic-novel piuttosto... naif. I disegni sono miei, e si vede. Il soggetto e la sceneggiatura credo siano invece all’altezza. Il tutto è nato esclusivamente da profonda passione.

Scopri i libri di Francesco Zampa.

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La seconda risposta è di Rita Carla Monticelli:

"Scrivo essenzialmente per un solo lettore: me stessa. Tutti i miei libri rappresentano le tipiche letture che mi piacerebbe “vivere” e quindi di conseguenza spero di raggiungere dei potenziali lettori che abbiano dei gusti simili ai miei. Loro sono il mio target, ma solo perché sono loro a essere in sintonia con me e non perché io cerchi di compiacerli. Ritengo che scrivere sia un modo di comunicare se stessi e il proprio messaggio. Se si scrive pensando solo a chi legge, tradendo la propria indole, è impossibile trasmettere davvero la propria passione per le storie e i personaggi e viene così meno questo processo di comunicazione. Se noi per primi non li sentiamo reali, non li amiamo, come possiamo pretendere che qualcun altro lo faccia?


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La risposta di Giovanni Venturi:

"Se avessi voluto scrivere con l'intento di fare soldi avrei dovuto scrivere di sesso esplicito e avrei dovuto scrivere male, magari sarei stato io l'autore delle sfumature, ma il mio romanzo tratta di temi genuini, un po' impegnati, ma non solo (date un'occhio al booktrailer per farvi un'idea), inoltre è scritto bene ed è stato lavorato assieme a una editor, cosa che non tutti fanno, per un motivo o un altro, quindi non venderà una copia."

Scopri "Le parole confondono"
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Continuiamo con Giulia Beyman:

"Credo che un autore - anche nel caso decida di scrivere un libro 'commerciale' - non dovrebbe mai cercare di interpretare i gusti del pubblico. E non lo dico per una forma di snobismo culturale, ma perché questo sarebbe il modo peggiore per riuscire nel suo intento. 
Quello che piace al lettore è che una storia funzioni, che sia scritta bene e che i personaggi che incontra abbiano linfa vitale che scorre nelle loro vene. Quindi, anche se vuole vendere e scalare le classifiche, un autore non può far altro che proporsi di scrivere un buon libro. Semplice, no?


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Ora passiamo alla risposta di Germano Dalcielo!

"Ho scritto Il Peccatore (Il discepolo ombra) per dire la mia su chi fosse in realtà Gesù Cristo, senza minimamente preoccuparmi se avrei ferito la sensibilità della “massa”. I pollici prudevano dalla voglia di “urlare” la mia versione dei fatti. Sarei un ipocrita però, a dire che l’ho scritto solo per esprimere un’opinione personale: si scrive per farsi leggere, non nascondiamoci dietro a un dito."


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Ora tocca a Pierluigi di Cosimo con la sua risposta: 

"Ho prima scritto il libro, dando vita alle storie e ai personaggi che vivevano nella mia fantasia e cercavano di uscirne. La decisione di pubblicarlo è maturata un po' per volta, quando, rileggendo il libro, diventava sempre più forte l'idea di voler condividere con un pubblico più vasto queste storie, oltre a famiglia e amici."


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Isabel Giustiniani risponde così:

"Il genere romanzo storico non è decisamente quello che si definisce mainstream. Personalmente sentivo di avere una storia da raccontare e il desiderio di far luce su avvenimenti sconosciuti ai più o soggetti a fin troppi luoghi comuni. Quello che mi interessa è portare i lettori a vedere il passato con occhi nuovi per permettere loro di pensare e trarre personali conclusioni. È un viaggio questo che mi entusiasma percorrere e spero lo possa essere anche per altri."

Scopri "File JE60754"

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E ora tocca a Noemi Gastaldi!

"Sono troppo pessimista, nonché troppo fuori dal mondo, per pretendere di "scrivere per vendere".
Io mi limito a scrivere quel che mi piace, quello di cui ho voglia di parlare, quello che vorrei condividere.
A discapito di questo, ogni volta che termino un libro, lo rileggo più e più volte, lo sottopongo al giudizio dei colleghi, insomma, cerco anche di capire se ho scritto qualcosa che può piacere: se scrivessi esclusivamente per il piacere di farlo, non mi darei nemmeno il disturbo di pubblicare i miei lavori."


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E ora, tocca a me, Anfitrione di questo blog, con una risposta che vi lascerà sgomenti ;-) !

"Direi che ho scritto Sine Die per entrambi gli scopi: per far si che vendesse ma anche come veicolo per le mie idee.
Non nascondo il fatto che vederlo in Top 40 dei più venduti di Amazon, mi abbia riempito d'orgoglio!"

Sine Die è disponibile su Amazon, e a prezzo ridotto su Smashwords.
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Buona Lettura a tutti!


La VII puntata delle domande in cerca d'autore sarà ospitata nel blog di Pierluigi di Cosimo.

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