lunedì 30 dicembre 2013

"Fools", di Neil Simon


Che a Todi ci fossero stupidi era quantomeno scontato, ci mancherebbe. Che una commedia (anche se cosiddetta "minore") dell'eccelso Neil Simon fosse rappresentata nella suggestiva cornice del Nido dell'Aquila è stata per me, vecchio appassionato del maestro americano, una piacevole sorpresa.

In un villaggio della Russia centrale, l'esigua  ma equilibrata comunità che lo popola ha la non comune enon inviadibile caratteristica di essere stupida ben oltre la media nazionale, per effetto di una maledizione vecchia di duecento anni.
Tra equivoci, paradossi e doppi sensi, si scopre che la maledizione finirà solo al sopraggiungere dell'amore della giovane Sofia con il nuovo -ennesimo- maestro Leon.
La radice dell'umorismo di Simon affonda in quei poverissimi villaggi russi, ma anche lituani, cosiddetti shtetl, dove gli ebrei venivano concentrati sia dalla loro necessità di fare comunità che da quella zarista, poi sovietica, di non disperderli troppo per disporne prontamente in caso dei famigerati progrom. Le difficoltà del loro vivere quotidiano sublimavano così in un'ironia auto-consolatoria terribilmente efficace e molto più di spessore di quanto non lasci credere la semplice battuta. Non deve stupire la capacità tipica della cultura ebraica di ridere di argomenti in sé tragicissimi: l'umorismo inverte l'ordine delle cose e costringe a trovare nuove soluzioni. Basti pensare a Sara che ride per due volte quando il più grande progetto di Redenzione le viene annunciato!
Non ho potuto fare a meno di queste precisazioni, ma non voglio togliere spazio e merito ai Rusteghi per aver inscenato questa commedia, piena di tanti spunti, con molto mestiere e soprattutto con molta passione, ben visibile nelle singole parti di ciascun interprete; uomini e donne comuni che portano sul palcoscenico una storia emozionando gli spettatori, come deve, o dovrebbe, essere ogni manifestazione artistica, utilissima nel migliorare il mondo ma  inutile quando incomprensibile.

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