mercoledì 19 ottobre 2016

Il fossile vivente e la donna dai capelli color moganoIl fossile vivente e la donna dai capelli color mogano by Fabiola Gravina
My rating: 5 of 5 stars

Gregorio Servetti, Greg per gli amici e bravo ragazzo per vocazione, fatica a trovare una relazione stabile nonostante il suo istinto familiare. Anche Viola, bella dai capelli color mogano,
vive inquietudini analoghe. Le loro vite si incrociano al bar dell'amica di lui, Gina, appassionata di tennis e mentore appassionata in questioni amorose. Tra amicizie vere o presunte e amori più e meno corrisposti dei comprimari, niente sarà più uguale per nessuno dei due, fino alla soluzione rivelata solo alla penultima riga.
Una storia di post-formazione, se mi si passa la definizione, in cui il protagonista deve affrontare i suoi perché come ognuno di noi, in un'età che una volta si definiva adulta ma che, oggi, è molto meno confinabile, se non biologicamente: i quarant'anni, che tanto incutono timore per la -presunta- ridotta possibilità di creare una relazione stabile e la conseguente famiglia.

"Ognuno deve essere ciò che è, sembra dire il buon senso": in questa citazione sta la sintesi estrema del libro.
Greg si sente fossile vivente perché gentiluomo e da sempre vòlto alla sostanza della relazione amorosa, spesso schiacciato dal paragone col suo miglior (?) amico Manlio; Viola, al pari suo, soffre per non essere stata in grado di coronare il suo sogno familiare nel suo appena fallito matrimonio.
C'è da chiedersi se non sia in realtà proprio questo a muovere tutti, così come i due protagonisti, anche gli amici, le amiche, i colleghi più inclini al compromesso, quasi tutti in apparenza più sicuri e alla ricerca solo di avventure.
Fabiola Gravina se lo chiede, molto bene, attraverso i dialoghi tra tutti i protagonisti solo in apparenza edulcorati (e sottotrame a sostenere), in realtà incisivi quanto basta per riportare alla mente, e al cuore, questioni forse antiche ma che tutti dovremmo, a un certo punto della nostra vita, almeno, aver in qualche modo risolto.
Ma perché gli incanti debbano finire all’improvviso, è una domanda alla quale è troppo difficile rispondere, se non abbandonandosi alla letale impotenza del rimpianto (cit. Maggio)


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