venerdì 27 gennaio 2017

A voce alta, un possibile-improbabile protagonista

Una ragazza avvenente e solitaria seduce un quindicenne per una breve estate nella Berlino nazista del 1938, per poi sparire. Sembra una torbida storia di sesso, invece quel sentimento li legherà per tutta la vita in maniera assolutamente unica, così come è, in fondo, la storia di ciascuno.

Mi stavo quasi annoiando nel vedere le insistite scene di sesso della bellissima Kate Winslet, pensando che il film fosse tutto lì. Non è tutto lì. Dopo la prima parte, i protagonisti prendono la loro peculiare vocazione e il film cambia passo. Lui cresce e diventa avvocato, lei ricompare all'improvviso durante il processo ad alcune sorveglianti naziste negli anni sessanta. Sarà condannata a trent'anni dopo essersi assunta la maggior colpa nelle accuse.
La sorpresa è che non era colpevole, non nel senso in cui si intendono di solito colpevoli gli ex-nazisti processati, e che l'unico che poteva scagionarla era proprio il ragazzo cresciuto che aveva assistito al processo come studente.
Una storia d'amore insolita quanto possibile, per di più con una protagonista, Kate Winslet, che diventa nazista per scelta ma con una motivazione veramente mai sentita, e non per sadismo né per crudeltà o smania di potere. Questo rende forse meno verosimile la trama, visto cosa è stato il Nazismo: non certo l'espediente narrativo, anzi formidabile nel motivare la protagonista e tutta la storia.

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